Un incontro interlocutorio prima della decisione. Il gran giurì della Giostra prende tempo e non rispetta il termine che lo stesso organo aveva stabilito per decidere sui ricorsi alle squalifiche.
La richiesta di pene alternative formulata dai sette squalificati di Porta Crucifera aveva portato l’organo giudicante di secondo grado a chiedere la presentazione di programmi individuali di sostituzione delle pene da presentare al cancelliere della Giostra entro il 15 novembre per arrivare a una decisione entro il 30 novembre, come si legge in un documento ufficiale del gran giurì scritto alla fine di ottobre. Ieri sembrava il giorno giusto per comunicare le decisioni agli squalificati e invece non si sa ancora quando il gran giurì emetterà il suo verdetto.
Presidente Faltoni, come mai questo ritardo?
“Il termine che abbiamo previsto non era perentorio: l’intento è quello di stabilire un programma condiviso con il quartiere e gli squalificati per un percorso di recupero che vada al di là di una semplice sanzione che riguarda i singoli ma anche tutto il quartiere. Quando decideremo? È ancora presto per dirlo…”.
La possibilità di fare servizi sociali non è espressamente prevista dal regolamento della Giostra che semmai prevede comportamenti riparativi come scuse formali, ma solo per la magistrature. Perché questa scelta?
“Non posso anticipare le nostre decisioni perché tutto è in fase di valutazione. Abbiamo mutuato quelle che sono le condizioni della messa alla prova nel procedimento penale. Anche se il regolamento non lo prevede espressamente questo non toglie che si possa ricorrere comunque alle pene alternative con una finalità rieducativa di chi è stato sanzionato, visto che c’è anche un precedente del 2021 in questo senso”.
La magistratura della Giostra aveva squalificato il capitano rossoverde Alberto Branchi per 40 edizioni; 20 a Thomas Cincinelli, 12 a Marco Fazzuoli, 10 a Niccolò Cherici Mascagni e Luigi Burroni; 5 a Niccolò Giustini e una ad Andrea Zanelli.
Federico D’Ascoli
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